Ventura

Le interviste esclusive di AllenatoriCalcio.it

Oggi intevistiamo mister Gianfranco Motta, nato a Vimercate (MB) il 22/07/1950, Allenatore Monza Brianza, Serie D.

Terzino esordisce in serie C con il Lecco nella stagione 1970-71 e nel Lecco giocò per cinque stagioni, ottennendo una promozione in Serie B nel 1971-72. Nel 1975 passò al Pescara e con gli abruzzesi debuttò in A, giocando poi 24 gare in massima serie. Chiuse con il calcio giocato nel 1985, dopo aver indossato anche le maglie di Monza e Pavia. Come allenatore inizia la sua carriera nel 1985 nella squadra del Missaglia e da li vennero Pro Lissone, Oltrepò, Pro Sesto, Pro Patria, Legnano, Pro Vercelli e Lecco. Dal marzo 2011 alla guida del Monza.

La sua esperienza sui campi da gioco di "alto livello" e' ormai consolidata. Tanti i successi. Non ha mai avuto "voglia" di provare un'esperienza all'estero?

In passato ho avuto dei contatti che avrebbero potuto portarmi a fare esperienze all’estero. Circa 6 anni fa venni avvicinato dal Chiasso ma l’opportunità non si concretizzò, mentre una decina di anni fa mi incontrai con alcuni dirigenti di una squadra degli Emirati Arabi che mi proposero di guidare la loro squadra oppure fare degli stage formativi a dei loro allenatori. Anche questa cosa però sfumò.

Cosa ne pensa dell'utilizzo dei giovani nelle prime squadre? Nel nord Europa sembra essere una cosa normale e diffusa (Olanda, Belgio, Danimarca, ...) ma in altre nazioni la cosa non è così consolidata. Fino alla scorsa stagione in Italia ad esempio l'età media era molto alta.

In questi anni si sta tentando l’inserimento di giovani nelle prime squadre, obbligando le società dalla Prima Divisione in giù a schierarne 2/3/4 sempre in campo. Così facendo si rischia un impoverimento dei campionati perché non c’è ancora una preparazione culturale, perché al primo posto in Italia c’è sempre il risultato e ciò condiziona tutti, in primis gli allenatori

Qual'è la sua idea del gioco del calcio? Con quale modulo (4-3-3, 5-3-2, 4-4-2, ...) si trova piu' a suo agio? E quale mentalità infonde nei suoi giocatori?

Riprendo un po’ la risposta precedente: lavorando in Italia devi sempre badare soprattutto al risultato, spesso a scapito di un gioco un po’ meno tattico e più brillante e divertente. Ciò succede già anche nei settori giovanili. I miei moduli dipendono dalle caratteristiche dei giocatori che ho a disposizione (solitamente 4-4-1-1 o 4-4-2); essendo un allenatore di professionisti cerco di portare una cultura del lavoro e la massima attenzione e applicazione negli allenamenti.

Cosa ne pensa del recente scandalo del "calcio scommesse" che, nella sentenza di questi giorni della Commissione Disciplinare della Figc, dispone richieste di radiazione per due giocatori (Signori e Paoloni) e penalizzazioni alle società?

La cosa che mi da più fastidio è quando sento dire che certe cose sono sempre esistite e quindi non dobbiamo stupirci più di tanto. Spero veramente che questa volta i provvedimenti servano da deterrente e soprattutto servano ad emanare delle leggi ancora più severe per estirpare definitivamente questo scandalo.