Zeman

La programmazione di Precampionato.

Nei primi incontri con il mister Massimo Ficcadenti abbiamo discusso della metodologia e delle linee guida da utilizzare, con quali mezzi sviluppare la potenza aerobica e la forza (neuromuscolare), come svolgere i lavori preventivi e come sarebbe stato suddiviso il macrociclo del precampionato, in due parti.
La progettazione per il precampionato mi è stata facilitata poiché avevo il prospetto di quello che era stato fatto dal mister nel precampionato della stagione agonistica 2007/2008 con la squadra della Reggina, dalla possibilità di confronto con colleghi di ampia esperienza come gli amici Valter Vio e David Morelli, e dall’aver potuto in passato svolgere la valutazione funzionale della A.C. Fiorentina e confrontarmi con persone di spessore come il prof. Giampietro Venturati e Renzo Casellato. Inoltre, mi è stato di fondamentale supporto il confronto con il Fisiologo e Professore Dr. Federico Schena, preside della Laurea Magistrale della facoltà di Scienze Motorie di Verona, e con il Dr. Danilo Manari, da anni consulente della Fiorentina Calcio e del Parma Calcio, con il suo ricco archivio storico di valutazione funzionale con metabolimetro ed altri tipi di test.

In base a queste indicazioni, mi sono messo a programmare un progetto preparatorio di massima, per il ritiro della squadra da svolgersi nella località altoatesina di Malles.
Il progetto preparatorio era indirizzato su una buona base di lavoro aerobico e di potenza aerobica, e su lavori di prevenzione e rafforzamento del tanto citato "Core".
Dividendo in due fasi il periodo del ritiro, la prima parte è stata organizzata in maniera più organica come mezzi di lavoro; mentre la seconda parte, se si può usare una parola più specifica come intensità, con lavori sulla resistenza alla velocità e lavori di forza più funzionali. Abbiamo effettuato dei lavori di forza e adattamento neuromuscolare di ogni parte del corpo (total body) nelle prime sedute di lavoro, con esercitazioni più generali e di coordinazione di movimenti monoassiali e multiplanari.

Ho cercato di sviluppare i lavori di potenza aerobica superiori ai sei minuti per avere uno stato stazionario dei parametri fisiologici affinché i parametri cardiocircolatori, quali ventilazione, frequenza cardiaca e consumo di ossigeno, non cambino nel tempo dopo il primo periodo di esercizio di tre minuti.
Ovviamente dal progetto preparatorio di base, a seconda delle esigenze di partite amichevoli e agli eterocronismi dell’assorbimento anche immediato del carico di lavoro, la programmazione è stata adattata.
Per avere una minima fotografia della squadra, ho fatto subito i test di salti Squat Jump (SJ), Contro Movimento Jump (CMJ) e Contro Movimento Jump Libero (CMJ L), più i test di velocità sui 10-20mt e il calcolo della massa grassa (ripetuto poi a metà e fine ritiro) nei muscoli bicipiti, tricipite, sottoscapolare, soprailiaco; avendo avuto esperienze passate e un mio buon archivio su questi test negli anni, mi sono reso conto di alcune caratteristiche di forza esplosiva dei giocatori.
Invece, per avere un polso della situazione sulle capacità aerobiche, ho preferito non fare un test di "cancello", anche semplice, perché secondo me già dopo pochi giorni, soprattutto per chi arriva dal ritiro con uno stato di forma precario, lo stato aerobico del giocatore migliora in breve tempo e dunque i dati rilevati dal test cambiano; inoltre, per l’impossibilità di poter eseguire a breve un test incrementale con il metabolimetro, che ho programmato in una seconda fase del ritiro, ho deciso di utilizzare una seduta di allenamento aerobico come test valutativo, facendo svolgere 3x1.500 metri con 3’40" di recupero fra le ripetute (chiamati anche 1.500 esplorativi) sulla pista di atletica utilizzando i tempi per capire lo "stato organico" dei giocatori, per poterli suddividerli in gruppi di allenamento più omogenei per i lavori aerobici.


Esempio del lavoro esplorativo 3x1.500 mt rec 3’40"
Trovati i tempi ottenuti con il lavoro di 3x1.500mt, ho diviso i giocatori in vari gruppi di lavoro a cui andavo a richiedere un certo tempo nei lavori successivi, cercando di far capire loro che non mi interessava la velocità con cui venivano svolti gli esercizi, ma il mantenimento costante del tempo proposto in tutte le ripetute piuttosto che "esagerare" nelle prime ripetizioni e "crollare" alla fine stressando l’organismo. Finite le ripetute, o i lavori più importanti di potenza aerobica, si cercava di reintegrare velocemente le scorte di glicogeno entro i 30’ con dei gel a base di carboidrati. La mia idea di fondo sui lavori aerobici rispetta l’idea di massima del professor Arcelli, cioè lavorare sulla velocità di soglia che è un dato meccanico. Per la mia esperienza è più semplice ritornare al passato lavorando sul parametro della soglia, visto che negli anni si è parlato maggiormente di V.A.M. (Velocità Aerobica Massimale) approvo dunque la provocazione del professor Arcelli di non usare come misurazione la VAM dei giocatori per evitare di confondere le idee, soprattutto in un periodo come quello della preparazione dove i carichi sono importanti dal punto di vista quantitativo e qualitativo.
Per quanto riguarda l’allenamento della forza, non avevo una grande esperienza personale, anche se ho lavorato per due stagioni con il Rugby Colorno (squadra che militava in A1 del campionato italiano) e con giocatori che provenivano da un back-ground importante sui lavori di forza massima e di ipertrofia muscolare. Poiché il rugby è uno sport di contatto, è fondamentale avere una certa "dote" di forza per essere più performanti e per crearsi una specie di armatura di protezione e rafforzamento del proprio corpo, sottoposto sempre a contatti importanti.
Nel calciatore, invece, il lavoro di forza è più un lavoro neuromuscolare visto che i primi adattamenti sono da attribuire ad un miglioramento "nervoso" più che muscolare. Un condizionamento generale di tutto il corpo è importante soprattutto per gli aspetti preventivi più che per la performance; questo si può ottenere con lavori a circuito prettamente "a sequenza orizzontale" per un maggior affaticamento dei distretti muscolari coinvolti, seppur i carichi siano minimi, e attraverso un lavoro sulla forza di resistenza, ad esempio con due o tre serie da 12 ripetizioni. Si è cercato di lavorare anche sulla corretta esecuzione di alcuni esercizi base della pesistica come un normale squat, o degli affondi sagittali, poiché ho trovato pochi giocatori che avessero una esecuzione corretta del gesto motorio (solitamente i giocatori di origine sud americana sono più capaci nell’esecuzione di lavori con i pesi liberi).
Abbiamo lavorato con una particolare cura anche sulle braccia con l’utilizzo di palloni medicinali: anche in tal caso ho riscontrato poca attitudine a una corretta esecuzioni di gesti, pur essendoci stata una buona partecipazione da parte dei giocatori. Dopo l’esercitazione sulla forza, in sequenza veniva svolto un lavoro di riequilibrio neuromuscolare con una introduzione ai balzi di poche ripetizioni e un lavoro di piccola pliometria, con esercizi di coordinazione e di sensibilità dell’appoggio del piede e scatti di 4-8 metri.
Ho insistito molto, inoltre, sulle andature classiche (skip, calciata, calciata sotto, doppio impulso...) tipiche dell’atletica leggera, che poi ho impiegato durante l’anno come una parte importante del riscaldamento.
Con buona enfasi è stato svolto un lavoro importante di forza generale e di tenute del "Core" sviluppato in tutti gli allenamenti mattutini del ritiro, che precedeva poi i lavori di potenza o capacità aerobica con volumi di 20’ per seduta; c’è stato un buon feed-back con i giocatori perché molti di loro hanno continuato a svolgerlo singolarmente in palestra.

Molta cura è stata data alla mobilità articolare, con sequenze su ostacoli messi in varie posizioni per richiedere sempre una maggior mobilizzazione degli arti inferiori; questo tipo di esercitazione è stata utilizzata molte volte come parte del riscaldamento della seduta pomeridiana. Nel primo periodo svolto a Malles, i lavori fisici sono stati effettuati la mattina; nel pomeriggio, invece, sono stati svolti i lavori tattici con il mister e partite amichevoli.
L’alternanza dei carichi è stata in crescendo con uno sviluppo di microciclo nano di tre giorni, con uno sviluppo di un primo giorno di potenza aerobica, un secondo di lavori sempre aerobici ma di intensità minore sul ritmo medio e il terzo giorno con lavori sulla muscolazione generale: questa alternanza si è tenuta per il primo periodo di lavoro svolto a Malles.
Nel secondo periodo del ritiro a Castrocaro, i lavori di potenza aerobica sono cambiati con lavori intermittenti, e l’inizio di esercitazioni sulla resistenza alla velocità (500-600 metri), con sviluppi metrici e di intensità come sono stati evidenziati dai vari studi di autori del Nord Europa. Sempre nel secondo periodo del ritiro, si è svolto un test funzionale con metabolimetro per individuare il massimo consumo di ossigeno, i valori delle soglie (che hanno confermato le mie aspettative), i valori delle varie frequenze cardiache.
Successivamente nelle due ultime settimane siamo passati a dei microcicli simili al microciclo di base del campionato. Nel periodo agonistico il microciclo base (costituito da lavori sulla soglia, forza e velocità) diventa più rigido, il mio proposito è stato quello di introdurre delle varianti che sono state chiamate dominanti cicliche o cicli settimanali.
I mezzi di allenamento rimangono invariati ma, alternativamente nelle settimane, un mezzo di allenamento veniva aumentato circa del 20% (es.: esercitazioni di soglia o di forza o di velocità).
Ritengo che nel periodo precampionato la preparazione sia stata svolta in maniera corretta con carichi adeguati; non ho avuto infortuni gravi, solo qualche stato di affaticamento e quindi credo che i giocatori siano arrivati pronti all’inizio del campionato. Il microciclo nano che ho effettuato in ritiro è stato ripreso anche nel periodo di preparazione della pausa natalizia.
Dai giocatori è stata considerata un preparazione molto faticosa (ma non si sa quanto questo sia attendibile); in molti di loro ho riscontrato difficoltà nell’eseguire esercizi semplici di mobilità e di coordinazione per gli arti superiori (es.: traslare una palla medica da destra a sinistra), ma lavorandoci, ho ottenuto piccoli e confortanti risultati.

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