Organizzazione del 4-2-3-1.
Una delle cose più belle nel gioco del calcio, è che ogni persona, di qualsiasi età o a qualsiasi ceto sociale appartenga,
può esprimere la propria opinione, specialmente in Italia.
Ho avuto la fortuna di fare prima il calciatore, poi il Direttore Sportivo ed ultimamente l’allenatore quasi sempre a livello Professionistico, e durante questi anni, mi è capitato molte volte di ascoltare dalle voci dei Direttori Sportivi, dei Presidenti e dei tifosi, una frase che mi ha particolarmente fatto riflettere "l’allenatore più bravo è quello che fa meno danni".
Di conseguenza, nell’osservazionee nella valutazione dei giocatori e dei loro ruoli all’inizio della stagione calcistica, oppure a stagione inoltrata, ripenso a quella frase sentita tante volte nella mia carriera. Secondo me "fare meno danni" significa non sminuire mai le caratteristiche di ogni singolo giocatore, rispettando il suo ruolo specifico, evitando di metterlo in situazioni che potrebbero risultare difficili, pur di metterlo in campo a tutti i costi.
Mi riferisco in modo particolare, ma non solo, al ruolo del TREQUARTISTA, nel caso dovesse presentarsi un giocatore con queste caratteristiche nella rosa.
In questi ultimi anni ho osservato troppe volte il trequartista costretto a sacrificarsi, "per il bene della squadra", sulla fascia destra osinistra, come 2°punta, obbligato a giocare sempre con le spalle alla porta avversaria e comunque, senza la possibilità di mettere in mostra le sue vere doti tecniche.
Da queste osservazioni ho cercato di ipotizzare diversi sistemi di gioco, che potessero permettere di realizzare un determinato obiettivo: rispettare le qualità di ogni giocatoree contemporaneamente valorizzare il ruolo del TREQUARTISTA e degli ESTERNI OFFENSIVI.
La prima ipotesi che ho analizzato è il 3-4-1-2, ma in questo sistema di gioco, gli esterni sono quasi sempre dei difensori o mediani adattati al ruolo con caratteristiche spiccatamente difensive, che possono portare a grossolani errori tecnico-tattici.
Laseconda ipotesi è quella del 4-3-1-2, ma anche in questo sistema di gioco, non possono essere schierati CENTROCAMPISTI con spiccate caratteristiche offensive. Infatti i tre giocatori di centrocampo, per garantire una buona copertura (uno di questi può essere il centromediano metodista) devono possedere caratteristiche di gioco diverse da quelle sopra citate.
La terza ipotesi, cioè quella del 4-2-3-1, a parer mio è quella che può meglio realizzare l’obbiettivo di avere in campo giocatori con caratteristiche più offensive e, allo stesso modo, giocatori che danno equilibrio difensivo al gioco di squadra.
In questi ultimi tre anni, ho cercato di mettere in pratica il 4-2-3-1, trovandomi ad avere a disposizione (anche su mia richiesta) giocatori con caratteristiche adatte per attuare questo sistema di gioco.
Indubbiamente, l’esperienza maturata mi ha portato a cercare di perfezionarlo sempre più ed in questo trattato cerco di presentarlo per una eventuale discussione che possa portare dei miglioramenti.
Descrizione del ruolo in generale
Con questo sistema di gioco, si può notare subito che i giocatori sono distribuiti in campo su 4 linee di gioco.
Possono verificarsi solo squilibri nelle zone dei due centrocampisti centrali poichè si amplia la zona vuota, ma solo dalla parte opposta quando un centrocampista centrale raddoppia sull’esterno avversario con il difensore in pressione dalla partein cui si trova l’avversario con il possesso di palla (fig.1).
Questo sistema di gioco (4-2-3-1), presuppone di avere in campo in fase di costruzione di gioco, molti triangoli.
In questo modo si possono avere giocate, preferibilmente in avanti, del trequartista creativo, cercando di guadagnare spazio attraverso tagli, corse senza palla verso la porta avversaria, per consentire gli inserimenti dei compagni.
Come si nota dalla figura, questo sistema permette ai giocatori di avere più soluzioni in fase di possesso palla.
Questo dà sicurezza al singolo giocatore ma dà anche equilibrio al gioco di squadra (fig.2).
La differenza a livello difensivo con la squadra in non possesso palla con altri sistemi di gioco (vedi esempio 4-4-2), sta che l’esterno offensivo, va a raddoppiare con il terzino l’esterno avversario in possesso palla, mentre dalla parte opposta, l’altro esterno, prima chiude centralmente abbassandosi a fare il 4' uomo di centrocampoe poi all’occorrenza si abbassa a fare anche il 5' uomo difensivo (fig.4).
Nel sistema 4-2-3-1, contro un qualsiasi altro sistema, se l’esterno avversario ha il possesso palla lungo la fascia laterale, esce il terzino e raddoppia il mediano più vicino alla palla. Se il difensore (terzino) arriva in ritardo, rischia l’uno contro uno cercando di temporeggiare per far rientrare l’avversario verso il mediano, non dandogli mai la fascia per il cross.
L’esterno offensivo della squadra non in possesso palla (sistema 4-2-3-1) che si trova dalla parte opposta, deve accompagnare l’altro mediano nella diagonale difensiva di centrocampo. Se la palla viene recuperata, ci sono, poi, tre giocatori offensivi oltre la linea della palla, più ci sarà l’uscita dell’esterno dalla parte opposta da dove è stata recuperata la palla. In questo modo, si ha la possibilità di trovarsi molto spesso in superiorità numerica nella fase di possesso palla e questo ci dà modo di arrivare velocemente a finalizzare (fig.3).
Nel sistema 4-2-3-1 il PORTIERE deve essere dotato di una buona tecnica e di buona forza, che gli consenta un rilancio lungo e preciso (quasi sempre la palla deve arrivare all’unica punta alta, in modo teso per la spizzicata ed il taglio degli esterni), e tatticamente deve essere bravo in quanto spesso la linea di difesa gioca alta per cui in molte occasioni si troverà a fare il libero.
Quindi il portiere, nei miei allenamenti, lo coinvolgo in tutte le situazioni di gioco.
Utilizzando questo sistema di gioco, ritengo molto importante che il mio PORTIERE abbia la capacità di leggere lo sviluppo del gioco e di conseguenza sappia comandare e guidare verbalmente il reparto difensivo, specie quando i due difensori centrali rimangono senza il supporto degli esterni difensivi e possono contare solamente sull’aiuto dei due mediani centrali (fig.5).
Nell’esercitazione, riportata nel disegno, situazione che può verificarsi in gara, i difensori ed i centrocampisti centrali si trovano in inferiorità numerica per l’uscita dei due esterni difensivi.
I difensori in questa situazione indietreggiano chiudendosi ed aspettando l’allineamento del centrocampista centrale più lontano dalla palla, per formare una linea a tre.
L’altro centrocampista centrale temporeggia sul portatoredi palla avversario aspettando il rientro dei due esterni difensivi (nell’esercitazione, i rientri vengono dati dall’allenatore dopo circa 5’’ dall’inizio dell’azione).
DIFESA a QUATTRO: richiedo una buona organizzazione difensiva, come in tutti i moduli a 4 (dico buona in quanto la perfezione non esiste). Chiedo ai quattro difensori che ogni qual volta viene effettuato un rinvio da fermo dall’area del portiere o qualsiasi respinta lunga, venga accompagnato da un’uscita veloce quando la palla è in fase ascendente ed un ritorno con restringimento della linea difensiva, quando la palla inizia la fase discendente.
La DIFESA a QUATTRO in questo sistema di gioco 4-2-3-1, deve saper fare bene delle azioni ritardatrici visto che spesso, essendo questo un sistema più offensivo, la squadra può trovarsi in inferiorità numerica esternamente. (vedi fig.5).
Per migliorare la fase difensiva, faccio esercitazioni per le diagonali difensive, in marcamento ed in copertura, controllando la zona di ognuno, guardando con attenzione gli avversari lontani dal fulcro del gioco, od aspettando, cercando di capire se andare in anticipo sull’avversario a seconda di dove si posiziona il compagno di reparto, facilitando così i raddoppi con i centrocampisti centrali all’esterno.
Ritengo che scambiarsi velocemente l’avversario in base alle sue caratteristiche ed alle situazioni di gioco che si vengono a creare, è per me un gran segno di PERSONALITA’, e ritengo che i due CENTRALI DIFENSIVI, devono essere in grado di saperlo fare, anticipando le situazioni che si vengono a creare sul terreno di gioco.
Morfologicamente i due CENTRALI DIFENSIVI devono essere possenti e molto forti nel gioco aereo ed almeno uno dei due deve avere anche doti di rapidità.
Altra cosa importante è che riescano a trasmettere tranquillità e sicurezza a tutto il reparto difensivo.
A loro, chiedo anche, che dopo allenamenti specifici, riescano ad assimilare l’elastico visivo, alzandosi ed indietreggiando nelle zone del campo predestinate, a palla coperta, senza ogni volta dover chiamare verbalmente l’uscita della linea difensiva, mettendo così in difficoltà gli attaccanti avversari.
Ai due ESTERNI DIFENSIVI, chiedo di essere veloci e resistenti, preferibilmente vorrei avere un destro a destra ed un sinistro a sinistra proprio per non avere degli imbarazzi tecnici nelle giocate in fascia.
In questo sistema tattico, devono avere buontempismo nelle uscite, visto che giocano più alti di qualsiasi altra linea a quattro di altri sistemi di gioco.
Ai due ESTERNI DIFENSIVI, chiedo anche di essere precisi nel cross, in quanto c’è spesso il taglio dell’esterno offensivo per liberare la fascia laterale.
Inutile dire che pretendo la diligenza nell’effettuare le diagonali di copertura, specialmente se la squadra avversaria gioca con il trequartista (vedi fig.6).
Ultima cosa che chiedo, ma non meno importante, è che gli ESTERNI DIFENSIVI devono sapersi alzare con tempi e movimenti perfetti, affiancando i mediani quando la squadra avversaria comincia l’azione da fermo dal fondo o comincia a far girar palla a livello difensivo, avendo i due esterni offensivi o la punta centrale che per primi vanno in chiusura (vedi fig.7).
In questa esercitazione si nota le difficoltà in fase di non possesso palla, contro una squadra avversaria che gioca con il trequartista. Personalmente, cerco di non sacrificare mai uno dei due mediani centrali nella marcatura del trequartista avversario, dando due alternative alla squadra:
Dalla figura 7, si può notare come i due ESTERNI di DIFESA sono posizionati esternamente a metà tra i due DIFENSORI CENTRALI ed i due MEDIANI. I due MEDIANI o CENTROCAMPISTI centrali dovrebbero essere dotati di discrete qualità tecniche, ma soprattutto votati al contenimento cercando sistematicamente la conquista della palla o comunque impedendo agli avversari di raggiungere la zona difensiva in breve tempo.
E’ necessario che mantengano le distanze corrette con gli altri reparti evitando interventi precipitosi (tackle scivolati) specialmente oltre la metà campo poiché, se uno dei due dovesse essere superato, si verrebbero a creare ulteriori varchi disponibili per l’azione offensiva avversaria.
Anche per questo motivo non si dovrebbero quasi mai trovare al di sopra della linea della palla, sia in fase di possesso che non.
Devono possibilmente essere dotati (almeno uno) di una buona prestanza fisica e possedere ottime qualità nel gioco aereo.
Idealmente i due MEDIANI dovrebbero essere uno destro e l’altro mancino e occupare le posizioni relative al piede preferito.
In questo modo sono facilitati nei passaggi filtranti verso i rispettivi esterni offensivi che effettuano i tagli oppure verso i terzini in uscita.
A mio parere è indispensabile avere altri due giocatori con le stesse caratteristiche (o simili) nella rosa della squadra poiché, per le peculiarità del sistema di gioco, i due MEDIANI sono i giocatori più soggetti alle ammonizioni oppure a cali di forma. Infatti, in fase di non possesso palla, sono spesso costretti a raddoppiare sugli esterni avversari potendo contare sul solo aiuto degli esterni offensivi che scalano difensivamente dalla parte opposta alla palla.
Una delle maggiori difficoltà che coinvolgono i MEDIANI in fase di possesso palla riguarda la pressione avversaria esercitata nei loro confronti. Per cercare di ovviare a questa difficoltà ho proposto la seguente esercitazione: Esercitazione che svolgo al Sabato mattina (5' di durata) per la pressione sui due mediani in possesso palla:
- Palla al portiere, il quale la gioca al difensore centrale o direttamente al terzino destro che viene pressato dall’esterno avversario, per cui passa la palla al mediano destro che a sua volta, pressato, gira la palla di prima verso l’esterno offensivo che prevedendo la sua giocata, si libera dell’avversario con una finta, mentre il trequartista taglia alle sue spalle in caso la palla sia forte ed in profondità. (fig.8).
In questo sistema i due ESTERNI OFFENSIVI devono essere dotati di velocità o rapidità, ma soprattutto abili nell’affrontare l’avversario con la palla in suo possesso.
Prima, però, proponendosi senza palla con movimenti precisi e già definiti durante la settimana, guardando sempre il compagno che va in possesso di palla.
In questo sistema, preferisco far giocare, se ne ho la possibilità, l’esterno offensivo mancino a destra e l’esterno destro a sinistra, questo perché per loro viene più naturale quando devono far i tagli per liberarsi e per liberare il terzino in uscita, possono ricevere la palla sulla corsa dal mediano o dal trequartista, con la possibilità di una conclusione o di un passaggio importante con il suo piede naturale.
La corsa dei due ESTERNI OFFENSIVI, deve venire molte volte in diagonale, così da mettere il proprio corpo davanti agli avversari per proteggere la palla e rendere così svantaggiato il difensore, sia nell’anticipo e sia nella sua partenza.
Devono essere perspicaci nel capire subito le caratteristiche dei loro avversari e di come questi effettuino la marcatura; nel caso cerchino sempre l’anticipo, devono eluderli con una finta in avanti ed allungarsi in diagonale dietro a loro verso la porta (movimento corto-lungo). Se vengono marcati ad uomo, devono fintare lungo per prendere a loro il tempo ed andare incontro per ricevere la palla sui piedi, se invece gli avversari si dispongono a zona, devono puntarli per poi tagliare davanti o dietro a loro, per ricevere la palla
L’allenatore se vede che i due ESTERNI OFFENSIVI sono in difficoltà deve cercare durante la gara di alternarli di posizione per creare sorpresa ed imprevedibilità agli avversari che in un attimo si trovano ad affrontare avversari con caratteristiche diverse.
Uno dei due ESTERNI OFFENSIVI, può essere la classica seconda punta in quanto non dovendo lavorare moltissimo in fase difensiva, con questi movimenti si dispone nella sua posizione abituale per essere lucido in fase conclusiva.
Per abituare i due ESTERNI OFFENSIVI a questo sistema, propongo questi due esercizi:
Ho avuto la fortuna di fare prima il calciatore, poi il Direttore Sportivo ed ultimamente l’allenatore quasi sempre a livello Professionistico, e durante questi anni, mi è capitato molte volte di ascoltare dalle voci dei Direttori Sportivi, dei Presidenti e dei tifosi, una frase che mi ha particolarmente fatto riflettere "l’allenatore più bravo è quello che fa meno danni".
Di conseguenza, nell’osservazionee nella valutazione dei giocatori e dei loro ruoli all’inizio della stagione calcistica, oppure a stagione inoltrata, ripenso a quella frase sentita tante volte nella mia carriera. Secondo me "fare meno danni" significa non sminuire mai le caratteristiche di ogni singolo giocatore, rispettando il suo ruolo specifico, evitando di metterlo in situazioni che potrebbero risultare difficili, pur di metterlo in campo a tutti i costi.
Mi riferisco in modo particolare, ma non solo, al ruolo del TREQUARTISTA, nel caso dovesse presentarsi un giocatore con queste caratteristiche nella rosa.
In questi ultimi anni ho osservato troppe volte il trequartista costretto a sacrificarsi, "per il bene della squadra", sulla fascia destra osinistra, come 2°punta, obbligato a giocare sempre con le spalle alla porta avversaria e comunque, senza la possibilità di mettere in mostra le sue vere doti tecniche.
Da queste osservazioni ho cercato di ipotizzare diversi sistemi di gioco, che potessero permettere di realizzare un determinato obiettivo: rispettare le qualità di ogni giocatoree contemporaneamente valorizzare il ruolo del TREQUARTISTA e degli ESTERNI OFFENSIVI.
La prima ipotesi che ho analizzato è il 3-4-1-2, ma in questo sistema di gioco, gli esterni sono quasi sempre dei difensori o mediani adattati al ruolo con caratteristiche spiccatamente difensive, che possono portare a grossolani errori tecnico-tattici.
Laseconda ipotesi è quella del 4-3-1-2, ma anche in questo sistema di gioco, non possono essere schierati CENTROCAMPISTI con spiccate caratteristiche offensive. Infatti i tre giocatori di centrocampo, per garantire una buona copertura (uno di questi può essere il centromediano metodista) devono possedere caratteristiche di gioco diverse da quelle sopra citate.
La terza ipotesi, cioè quella del 4-2-3-1, a parer mio è quella che può meglio realizzare l’obbiettivo di avere in campo giocatori con caratteristiche più offensive e, allo stesso modo, giocatori che danno equilibrio difensivo al gioco di squadra.
In questi ultimi tre anni, ho cercato di mettere in pratica il 4-2-3-1, trovandomi ad avere a disposizione (anche su mia richiesta) giocatori con caratteristiche adatte per attuare questo sistema di gioco.
Indubbiamente, l’esperienza maturata mi ha portato a cercare di perfezionarlo sempre più ed in questo trattato cerco di presentarlo per una eventuale discussione che possa portare dei miglioramenti.
Descrizione del ruolo in generale
Con questo sistema di gioco, si può notare subito che i giocatori sono distribuiti in campo su 4 linee di gioco.
Possono verificarsi solo squilibri nelle zone dei due centrocampisti centrali poichè si amplia la zona vuota, ma solo dalla parte opposta quando un centrocampista centrale raddoppia sull’esterno avversario con il difensore in pressione dalla partein cui si trova l’avversario con il possesso di palla (fig.1).
Questo sistema di gioco (4-2-3-1), presuppone di avere in campo in fase di costruzione di gioco, molti triangoli.
In questo modo si possono avere giocate, preferibilmente in avanti, del trequartista creativo, cercando di guadagnare spazio attraverso tagli, corse senza palla verso la porta avversaria, per consentire gli inserimenti dei compagni.
Come si nota dalla figura, questo sistema permette ai giocatori di avere più soluzioni in fase di possesso palla.
Questo dà sicurezza al singolo giocatore ma dà anche equilibrio al gioco di squadra (fig.2).
La differenza a livello difensivo con la squadra in non possesso palla con altri sistemi di gioco (vedi esempio 4-4-2), sta che l’esterno offensivo, va a raddoppiare con il terzino l’esterno avversario in possesso palla, mentre dalla parte opposta, l’altro esterno, prima chiude centralmente abbassandosi a fare il 4' uomo di centrocampoe poi all’occorrenza si abbassa a fare anche il 5' uomo difensivo (fig.4).
Nel sistema 4-2-3-1, contro un qualsiasi altro sistema, se l’esterno avversario ha il possesso palla lungo la fascia laterale, esce il terzino e raddoppia il mediano più vicino alla palla. Se il difensore (terzino) arriva in ritardo, rischia l’uno contro uno cercando di temporeggiare per far rientrare l’avversario verso il mediano, non dandogli mai la fascia per il cross.
L’esterno offensivo della squadra non in possesso palla (sistema 4-2-3-1) che si trova dalla parte opposta, deve accompagnare l’altro mediano nella diagonale difensiva di centrocampo. Se la palla viene recuperata, ci sono, poi, tre giocatori offensivi oltre la linea della palla, più ci sarà l’uscita dell’esterno dalla parte opposta da dove è stata recuperata la palla. In questo modo, si ha la possibilità di trovarsi molto spesso in superiorità numerica nella fase di possesso palla e questo ci dà modo di arrivare velocemente a finalizzare (fig.3).
Nel sistema 4-2-3-1 il PORTIERE deve essere dotato di una buona tecnica e di buona forza, che gli consenta un rilancio lungo e preciso (quasi sempre la palla deve arrivare all’unica punta alta, in modo teso per la spizzicata ed il taglio degli esterni), e tatticamente deve essere bravo in quanto spesso la linea di difesa gioca alta per cui in molte occasioni si troverà a fare il libero.
Quindi il portiere, nei miei allenamenti, lo coinvolgo in tutte le situazioni di gioco.
Utilizzando questo sistema di gioco, ritengo molto importante che il mio PORTIERE abbia la capacità di leggere lo sviluppo del gioco e di conseguenza sappia comandare e guidare verbalmente il reparto difensivo, specie quando i due difensori centrali rimangono senza il supporto degli esterni difensivi e possono contare solamente sull’aiuto dei due mediani centrali (fig.5).
Nell’esercitazione, riportata nel disegno, situazione che può verificarsi in gara, i difensori ed i centrocampisti centrali si trovano in inferiorità numerica per l’uscita dei due esterni difensivi.
I difensori in questa situazione indietreggiano chiudendosi ed aspettando l’allineamento del centrocampista centrale più lontano dalla palla, per formare una linea a tre.
L’altro centrocampista centrale temporeggia sul portatoredi palla avversario aspettando il rientro dei due esterni difensivi (nell’esercitazione, i rientri vengono dati dall’allenatore dopo circa 5’’ dall’inizio dell’azione).
DIFESA a QUATTRO: richiedo una buona organizzazione difensiva, come in tutti i moduli a 4 (dico buona in quanto la perfezione non esiste). Chiedo ai quattro difensori che ogni qual volta viene effettuato un rinvio da fermo dall’area del portiere o qualsiasi respinta lunga, venga accompagnato da un’uscita veloce quando la palla è in fase ascendente ed un ritorno con restringimento della linea difensiva, quando la palla inizia la fase discendente.
La DIFESA a QUATTRO in questo sistema di gioco 4-2-3-1, deve saper fare bene delle azioni ritardatrici visto che spesso, essendo questo un sistema più offensivo, la squadra può trovarsi in inferiorità numerica esternamente. (vedi fig.5).
Per migliorare la fase difensiva, faccio esercitazioni per le diagonali difensive, in marcamento ed in copertura, controllando la zona di ognuno, guardando con attenzione gli avversari lontani dal fulcro del gioco, od aspettando, cercando di capire se andare in anticipo sull’avversario a seconda di dove si posiziona il compagno di reparto, facilitando così i raddoppi con i centrocampisti centrali all’esterno.
Ritengo che scambiarsi velocemente l’avversario in base alle sue caratteristiche ed alle situazioni di gioco che si vengono a creare, è per me un gran segno di PERSONALITA’, e ritengo che i due CENTRALI DIFENSIVI, devono essere in grado di saperlo fare, anticipando le situazioni che si vengono a creare sul terreno di gioco.
Morfologicamente i due CENTRALI DIFENSIVI devono essere possenti e molto forti nel gioco aereo ed almeno uno dei due deve avere anche doti di rapidità.
Altra cosa importante è che riescano a trasmettere tranquillità e sicurezza a tutto il reparto difensivo.
A loro, chiedo anche, che dopo allenamenti specifici, riescano ad assimilare l’elastico visivo, alzandosi ed indietreggiando nelle zone del campo predestinate, a palla coperta, senza ogni volta dover chiamare verbalmente l’uscita della linea difensiva, mettendo così in difficoltà gli attaccanti avversari.
Ai due ESTERNI DIFENSIVI, chiedo di essere veloci e resistenti, preferibilmente vorrei avere un destro a destra ed un sinistro a sinistra proprio per non avere degli imbarazzi tecnici nelle giocate in fascia.
In questo sistema tattico, devono avere buontempismo nelle uscite, visto che giocano più alti di qualsiasi altra linea a quattro di altri sistemi di gioco.
Ai due ESTERNI DIFENSIVI, chiedo anche di essere precisi nel cross, in quanto c’è spesso il taglio dell’esterno offensivo per liberare la fascia laterale.
Inutile dire che pretendo la diligenza nell’effettuare le diagonali di copertura, specialmente se la squadra avversaria gioca con il trequartista (vedi fig.6).
Ultima cosa che chiedo, ma non meno importante, è che gli ESTERNI DIFENSIVI devono sapersi alzare con tempi e movimenti perfetti, affiancando i mediani quando la squadra avversaria comincia l’azione da fermo dal fondo o comincia a far girar palla a livello difensivo, avendo i due esterni offensivi o la punta centrale che per primi vanno in chiusura (vedi fig.7).
In questa esercitazione si nota le difficoltà in fase di non possesso palla, contro una squadra avversaria che gioca con il trequartista. Personalmente, cerco di non sacrificare mai uno dei due mediani centrali nella marcatura del trequartista avversario, dando due alternative alla squadra:
- Faccio uscire un difensore centrale con copertura dei due difensori esterni, rimango così sempre con un 3:2 a livello difensivo.
- Cerco di far restringere le due linee (quella difensiva e quella di metà campo) per dare menospazio e marcare il trequartista avversario a zona.
Dalla figura 7, si può notare come i due ESTERNI di DIFESA sono posizionati esternamente a metà tra i due DIFENSORI CENTRALI ed i due MEDIANI. I due MEDIANI o CENTROCAMPISTI centrali dovrebbero essere dotati di discrete qualità tecniche, ma soprattutto votati al contenimento cercando sistematicamente la conquista della palla o comunque impedendo agli avversari di raggiungere la zona difensiva in breve tempo.
E’ necessario che mantengano le distanze corrette con gli altri reparti evitando interventi precipitosi (tackle scivolati) specialmente oltre la metà campo poiché, se uno dei due dovesse essere superato, si verrebbero a creare ulteriori varchi disponibili per l’azione offensiva avversaria.
Anche per questo motivo non si dovrebbero quasi mai trovare al di sopra della linea della palla, sia in fase di possesso che non.
Devono possibilmente essere dotati (almeno uno) di una buona prestanza fisica e possedere ottime qualità nel gioco aereo.
Idealmente i due MEDIANI dovrebbero essere uno destro e l’altro mancino e occupare le posizioni relative al piede preferito.
In questo modo sono facilitati nei passaggi filtranti verso i rispettivi esterni offensivi che effettuano i tagli oppure verso i terzini in uscita.
A mio parere è indispensabile avere altri due giocatori con le stesse caratteristiche (o simili) nella rosa della squadra poiché, per le peculiarità del sistema di gioco, i due MEDIANI sono i giocatori più soggetti alle ammonizioni oppure a cali di forma. Infatti, in fase di non possesso palla, sono spesso costretti a raddoppiare sugli esterni avversari potendo contare sul solo aiuto degli esterni offensivi che scalano difensivamente dalla parte opposta alla palla.
Una delle maggiori difficoltà che coinvolgono i MEDIANI in fase di possesso palla riguarda la pressione avversaria esercitata nei loro confronti. Per cercare di ovviare a questa difficoltà ho proposto la seguente esercitazione: Esercitazione che svolgo al Sabato mattina (5' di durata) per la pressione sui due mediani in possesso palla:
- Palla al portiere, il quale la gioca al difensore centrale o direttamente al terzino destro che viene pressato dall’esterno avversario, per cui passa la palla al mediano destro che a sua volta, pressato, gira la palla di prima verso l’esterno offensivo che prevedendo la sua giocata, si libera dell’avversario con una finta, mentre il trequartista taglia alle sue spalle in caso la palla sia forte ed in profondità. (fig.8).
In questo sistema i due ESTERNI OFFENSIVI devono essere dotati di velocità o rapidità, ma soprattutto abili nell’affrontare l’avversario con la palla in suo possesso.
Prima, però, proponendosi senza palla con movimenti precisi e già definiti durante la settimana, guardando sempre il compagno che va in possesso di palla.
In questo sistema, preferisco far giocare, se ne ho la possibilità, l’esterno offensivo mancino a destra e l’esterno destro a sinistra, questo perché per loro viene più naturale quando devono far i tagli per liberarsi e per liberare il terzino in uscita, possono ricevere la palla sulla corsa dal mediano o dal trequartista, con la possibilità di una conclusione o di un passaggio importante con il suo piede naturale.
La corsa dei due ESTERNI OFFENSIVI, deve venire molte volte in diagonale, così da mettere il proprio corpo davanti agli avversari per proteggere la palla e rendere così svantaggiato il difensore, sia nell’anticipo e sia nella sua partenza.
Devono essere perspicaci nel capire subito le caratteristiche dei loro avversari e di come questi effettuino la marcatura; nel caso cerchino sempre l’anticipo, devono eluderli con una finta in avanti ed allungarsi in diagonale dietro a loro verso la porta (movimento corto-lungo). Se vengono marcati ad uomo, devono fintare lungo per prendere a loro il tempo ed andare incontro per ricevere la palla sui piedi, se invece gli avversari si dispongono a zona, devono puntarli per poi tagliare davanti o dietro a loro, per ricevere la palla
L’allenatore se vede che i due ESTERNI OFFENSIVI sono in difficoltà deve cercare durante la gara di alternarli di posizione per creare sorpresa ed imprevedibilità agli avversari che in un attimo si trovano ad affrontare avversari con caratteristiche diverse.
Uno dei due ESTERNI OFFENSIVI, può essere la classica seconda punta in quanto non dovendo lavorare moltissimo in fase difensiva, con questi movimenti si dispone nella sua posizione abituale per essere lucido in fase conclusiva.
Per abituare i due ESTERNI OFFENSIVI a questo sistema, propongo questi due esercizi:
- (vedi fig. 9) Tenendo comepunto di riferimento la palla, che dopo una transizione arriva al mediano centrale, l’esterno più lontano dalla palla si allarga non prima di aver accompagnato il difensore nella sua diagonale. Il mediano, sapendo già il movimento predestinato dell’esterno offensivo può trasmettergli la palla in una zona luce non coperta da avversari.
- (vedi fig.10) Sempre tenendo come riferimento la palla in possesso di uno dei due mediani centrali, l’esterno offensivo più vicino alla palla taglia velocemente verso la porta per ricevere la palla stessa o per liberare il terzino in uscita.