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La costruzione e la conclusione del gioco nel 3-4-3.

La scelta di parlare ed approfondire la costruzione del gioco, la sua conclusione per mezzo del 3-4-3, é dovuta alla volontà di parlare e di esaminare sotto vari aspetti soprattutto la costruzione dell’azione.
La costruzione dell’azione di per sè sembra una parola semplice ed esplicativa, ma nasconde varie e molteplici problematiche. Il gioco inteso come un’idea che riesce o prova in ogni situazione a risolvere le difficoltà, proponendo appunto l’idea giusta al momento opportuno, mantenendo i concetti voluti e divulgati con linguaggio universale ma circoscritto nell’ambito del gruppo dall’allenatore.
Credo inoltre che si tratti di un compito molto difficile in quanto, oltre la preparazione tecnica tattica e fisica, sia di notevole importanza far condividere e rendere consapevole della scelta di ciò che si va a proporre il gruppo, quindi da non sottovalutare l’aspetto psicologico. La conclusione è conseguenza logica della costruzione, è anche l’assoluto, il tutto, la cui alchimia è spesso lasciata al talento del singolo.
Credo che il talento vada agevolato, ma che anche "l’alchimia" vada ricercata ed allenata con notevole scrupolo.

Il sistema 3-4-3
Come ho precedentemente affermato, analizzeremo la costruzione del gioco e la sua conclusione in un sistema 3-4-3.
Ogni sistema ha delle caratteristiche dalle quali non si può prescindere (equilibrio-elasticità-razionalità); tali principi sono fondamentali e vanno rispettati sempre.
Equilibrio: si devono tenere in considerazione nella stessa maniera e nello stesso tempo le due fasi di gioco possesso non possesso in ogni situazione, prevedendo il passaggio da una fase all’altra nel più breve tempo possibile. Ciò deve avvenire in relazione e nel rispetto dei principi e gli sviluppi della tattica.
Elastico: quando il sistema di gioco si adatta facilmente all’atteggiamento dell’avversario, senza che si verifichino squilibri, anche cambiando compito o posizione a qualche giocatore. L’elasticità quindi consente di mantenere sempre gli equilibri anche se con un atteggiamento diverso.
Razionale: ogni sistema deve tener conto delle caratteristiche fisiche, tattiche, tecniche e di personalità dei calciatori a disposizione.
Il sistema quindi va considerato come idea di gioco, ma che deve adattarsi negli equilibri ai calciatori a disposizione.
Dislocazione
La dislocazione dei calciatori sui tre reparti è caratterizzata da una doppia linea d’attacco, vengono così a formarsi quattro linee in senso verticale. fig. 1

La linea difensiva è composta da tre difensori centrali disposti a zona, con responsabilità nella fase difensiva dell’ampiezza della profondità e si garantiscono reciprocamente la copertura.
La linea di centrocampo è composta da quattro calciatori, i due interni sono di equilibrio mentre i due esterni sono di movimento.
Il reparto avanzato è composto da tre uomini con responsabilità di ampiezza e di profondità, con la punta centrale che si posiziona davanti alle altre due così da formare due linee in verticale (vedi fig. 1).

Strutturalmente in senso longitudinale il sistema si estende su quattro parti: centrale interna (i tre centrali difensivi, più i due interni di centrocampo) che si occupano dell’equilibrio della squadra e rappresentano il fronte difensivo (vedi fig. 2).

Le due parti esterne formate dall’esterno di centrocampo e dall’esterno d’attacco sia di destra che di sinistra costituiscono il movimento verticale nelle due fasi di gioco; mentre la punta centrale è nella posizione più avanzata della squadra e funge da perno d’appoggio e ricerca la profondità (vedi fig. 3).


Caratteristiche dei giocatori
I tre centrali difensivi devono garantire in elevazione specialmente nel mezzo.
Devono essere attenti nell’1 > 1 e saper pressare senza farsi saltare, devono saper marcare a uomo, in quanto spesso può capitare di trovarsi sull’esterno nell’1>1 con una copertura non vicina (vedi fig. 4).
Le due parti esterne formate dall’esterno di centrocampo e dall’esterno d’attacco sia di destra che di sinistra costituiscono il movimento verticale nelle due fasi di gioco; mentre la punta centrale è nella posizione più avanzata della squadra e funge da perno d’appoggio e ricerca la profondità (vedi fig. 3).

Devono saper agire nella propria zona di competenza come libero (coprire e marcare). I movimenti di questa linea, in alcune situazioni, non sono quindi quelli tipici di una difesa a zona.

Gli interni di centrocampo devono avere qualità di contenimento, di pressione e saper mantenere la squadra corta in possesso palla. Devono inoltre garantire equilibrio tattico e saper giocare in velocità per favorire il contropiede.
Gli esterni di centrocampo devono essere cursori di fascia devono saper attaccare e difendere sfruttando l’ampiezza e la profondità, sempre in rapporto allo sfruttamento delle corse in diagonale degli attaccanti esterni.
Caratteristiche degli attaccanti: i due esterni offensivi si posizionano all’interno, tra la linea laterale e la metà campo in senso verticale; devono avere caratteristiche di movimento o di seconde punte e non essere cursori o difensori mascherati da attaccanti. Devono sfruttare la profondità con dei tagli verso l’interno e verso l’esterno. La punta centrale deve saper fungere da sponda, saper trovare la profondità; questi può diventare anche colui che detta il tempo e lo spazio.


Motivazioni della scelta del sistema 3-4-3
Alcune delle motivazioni che inducono alla scelta di tale sistema sono da ricercare nelle problematiche tattiche che andiamo ad analizzare.
  • il 2 > 2 centrale in una difesa a quattro disposta a zona crea difficoltà, in quanto se i due attaccanti sono vicini e disposti sempre verticalmente, non si riesce a trovare la misura giusta per la copertura o la marcatura. Si possono verificare quindi, varie situazioni:
    • se le punte sono marcate dai rispettivi centrali di difesa questi sono sempre costretti all’1 > 1 con sollecitazioni di concentrazione notevole. Di conseguenza non si possono dare reciproca copertura (vedi fig. 5);
    • Se uno dei difensori marca e l’altro copre si rischia di dare troppo spazio all’attaccante rimasto libero e a volte non si ha il tempo per chiuderlo (vedi fig. 6);
  • La diagonale di copertura del terzino opposto: quando è richiesta tale diagonale spesso si verificano difficoltà nel tempo di marcatura dello spazio; poiché l’allenatore cerca solitamente di favorire la densità verso il centro; il terzino non sempre riesce a trovare nella marcatura l’attaccante, situazione molto utile questa, quando vi è il tempo di attuazione. In questo esempio la diagonale è avvenuta nei tempi giusti (vedi fig. 7). Ipotizziamo che il n°5 rimanga in marcatura e vediamo che il n°3 non riesce a chiudere un eventuale 1-2 dalla parte opposta (vedi fig. 8). Nel caso in cui il n° 5 si stacchi dalla marcatura e vada a dare copertura al n°4 si vede che il n°11 avversario rimane libero di ricevere palla in una posizione pericolosa pur essendo la difesa in superiorità numerica (vedi fig. 9).
  • Altra problematica: pur riuscendo nei giusti tempi la diagonale del terzino opposto, potrebbe esserci bisogno di un centrocampista che vada ad aggiungersi alla linea di difesa (5°uomo) per non permettere alla squadra avversaria di trovare ampiezza. Altra soluzione é l’inserimento di un centrocampista centrale nella linea difensiva, in quanto l’esterno di centrocampo dovrebbe fare troppa strada per fare il 5°uomo (vedi fig. 10).

Quando si gioca con due attaccanti, se si vogliono effettuare degli inserimenti da parte degli esterni in profondità, si possono verificare problemi di tempo di spazio e di coordinazione di movimenti. Problemi dell’attacco a due punte nell’utilizzo dello spazio: se si vuole entrare per mezzo di corse in diagonale con gli esterni offensivi contemporaneamente vi è poco spazio perché ci sono già due punte internamente (vedi fig. 11).
Inoltre è difficile anche l’inserimento dei centrocampisti in quanto, per la conclusione in porta, partono da una posizione troppo lontana divenendo quindi prevedibili riducendo l’effetto sorpresa. Inoltre per questi è difficile trovare il tempo per l’anticipo dell’esterno avversario (vedi fig. 12).
Anche le punte hanno difficoltà a trovare spazio, in quanto se cercano l’ampiezza occupano la zona di un possibile inserimento degli esterni; nel caso in cui si lasciasse libera una fascia per l’inserimento di un esterno, si verificherebbe che un solo giocatore andrebbe a trovare la profondità, e ciò è riduttivo (vedi fig. 13).

In conclusione si può dire che per il reparto d’attacco vi sono poche alternative di inserimento, e in qualche caso un po’ innaturali e standardizzate e quindi l’effetto sorpresa è molto lasciato al talento del singolo.


Vantaggi del sistema 3-4-3
  • Maggiore sicurezza centrale in difesa: si ha un 3 > 2 contro le due punte avversarie centrali e spesso si ha superiorità centralmente che consente una buona marcatura e una buona copertura in profondità e in ampiezza.
  • Doppia coppia di esterni: non si subisce inferiorità numerica sugli esterni e si hanno alternative di gioco in fase offensiva .
  • Si hanno più uomini in fase offensiva: abbiamo sempre tre giocatori che operano disposti a triangolo creando rischi sempre maggiori agli avversari. Inoltre quando gli avversari salgono devono sempre tener conto del contropiede a tre uomini.
  • Lo scaglionamento offensivo su due linee, permette di avere sempre un collegamento tra il centrocampo o il reparto arretrato e l’attacco avanzato; nello stesso tempo da consentire lo smarcamento della punta centrale. Difatti i due esterni offensivi non partono larghi ma si posizionano all’interno più o meno tra la linea laterale e la metà campo in senso verticale. Vedere attraverso le raffigurazioni le molteplici possibilità della linea d’attacco (vedi fig. 14, 15, 16, 17 e 18):

Per avere tre possibilità di movimento in ampiezza: se la squadra è chiusa, si possono aprire sulla fascia di competenza (fig. 16); se la palla arriva alla punta o scattano in profondità verso la porta (fig. 17), o in seconda battuta (fig. 18).

Svantaggi del sistema 3-4-3
  • Se gli avversari inseriscono con tempestività uomini del centrocampo sulle fasce alle spalle dei terzini, specialmente con movimenti dal centro verso l’esterno, si rischia una parità numerica 3>3 della linea difensiva, oppure si lascia un uomo sulla fascia libero e con palla, oppure si costringe ad affannose corse laterali uno dei due centrocampisti centrali.
  • Stesso discorso di squilibrio se gli avversari sanno sfruttare i cambi di gioco, sempre con inserimenti alle spalle dei terzini.
  • Se gli avversari sanno far girare continuamente palla da una fascia all’altra con una sequenza di passaggi di fronte alla nostra ultima linea, si costringe ad un movimento continuo di uscita e di rientro da parte dei tre difensori centrali, creando in questo modo pericolosi momenti di squilibrio.

Didattica nella fase di non possesso palla
  • La posizione della palla è fondamentale: per i tre centrali nel caso in cui la palla è laterale diviene difficile andare sulle fasce sistematicamente, perché lo spazio da coprire è ampio. E’ quindi necessario che si sappia analizzare le situazioni di palla coperta e palla scoperta, saper leggere la superiorità numerica; nel caso in cui ci sia parità nell’ultima linea ed imminente pericolo, è bene indirizzare la direzione della palla verso il fondo temporeggiando, in modo da permettere un organizzazione migliore centralmente davanti alla nostra porta.
  • La squadra deve essere sempre corta: è molto importante che ci sia densità tra le linee, in modo tale da non permettere agli avversari di costruire azioni che trovino sfogo alle spalle dei nostri centrocampisti esterni di fascia con conseguente apertura della nostra linea difensiva.
  • Per gli attaccanti è importante essere sempre a pressione sulla palla fino a che non vi è copertura adeguata: nel caso in cui non vi fosse copertura è bene rimanere sempre sotto la linea della palla.
  • Pressione continua sul portatore di palla: è importante applicare la pressione rispettando i concetti di palla coperta e palla libera ed essere consci delle conseguenze delle due situazioni. Può anche verificarsi che l’allenatore voglia che la sua squadra trovi uno scaglionamento difensivo in ampiezza più a ridosso della propria area, per poi permettere ripartenze più lanciate, e quindi chieda ai suoi giocatori di applicare un pressing non ultra offensivo.
  • I movimenti degli esterni offensivi nella fase di non possesso: su palla laterale alta l’attaccante esterno opposto effettua una diagonale interna (vedi fig. 19).
    Su palla centrale entrambe si abbassano in modo da permettere agli esterni di centrocampo di avere una copertura di fronte, e cercando di creare zone d’ombra (vedi fig. 20).
  • I tre difensori partono centralmente in superiorità numerica: uno o due marcano e l’altro copre. Se la palla viene giocata a terra dagli avversari, i marcatori seguono l’avversario che va a ricevere (sempre se in superiorità numerica); e gli esterni di centrocampo hanno la responsabilità della fascia (altrimenti l’avversario che riceve potrebbe aprire sulla fascia di competenza che è rimasta libera dal marcatore uscito per la marcatura); nel caso in cui vi fosse una palla aerea, i difensori seguono la palla (non si muovono preventivamente nella zona della palla molto lateralmente: al massimo aspettano al vertice laterale dell’area: a meno che non debbano seguire, poiché in superiorità numerica, il proprio avversario).
  • I movimenti degli esterni di centrocampo in fase difensiva: non ci si può abbassare sulla linea della difesa altrimenti diventa una difesa a cinque, e non si hanno possibilità di ripartire.
  • Per evitare che ciò accada è bene che su palla alta centrale o laterale i due esterni non arretrino, eccetto se vi è una palla a terra centrale, altrimenti una punta può venire incontro e servire palla alle spalle dell’esterno per un inserimento
  • I centrali di centrocampo: i loro movimenti sono molto importanti, e in caso di necessità uno va a fare il quarto sulla linea dei tre difensori centrali, mentre l’altro fa da metodista.
  • Movimento di uscita del difensore che marca: questo meccanismo richiede notevole attenzione e collaborazione da parte della linea di difesa: nel caso in cui una punta vada incontro alla palla, il marcatore segue un po’ ed attende, lasciando lo spazio dietro per essere pronto sia a marcare l’uomo, sia lo spazio laterale. Se la palla è giocata su di lui, sia a terra che aerea, il difensore va in pressione sempre sul diretto avversario; se lanciata sulla mia fascia, seguo palla, oppure interscambio col centrale (se è già andato verso la palla).
  • Priorità in parità numerica o difficoltà: mai uscire sulle fasce lasciando la difesa sguarnita, è meglio dare densità centralmente e indirizzare il pericolo verso l’esterno, con il vantaggio che si può prendere tempo, avere visione del gioco prevedendo il suo esito, in modo tale da preordinare la copertura degli spazi all’interno dell’imbuto. È importante ricordare che con cross dal fondo è bene curare la copertura del primo palo.

Didattica nella fase di possesso palla
  • Posizione degli attaccanti esterni: essa deve essere interna. Gli attaccanti, non devono essere larghi sulla fascia, e non devono occupare la stessa linea del centravanti, bensì sfalsati, così da formare le famose due linee. Gli obiettivi di questo schieramento sono: la vicinanza alla punta centrale per appoggio ed affondo, lo spazio per gli esterni di centrocampo, la possibilità di coprire il campo uniformemente e la possibilità di muoversi sempre in ampiezza e profondità. Si può così dedurre che si gioca su 4 linee e non su 3.
  • Nella rimessa dal fondo o del portiere la squadra si deve allungare ed allargare con queste disposizioni : i 3 centrali difensivi si allargano in ampiezza; i due esterni di centrocampo si alzano e cercano l’ampiezza; i due esterni d’attacco avanzano e si posizionano all’interno dietro la linea della punta centrale; i due centrali di centrocampo fluttuano in equilibrio tra la linea di difesa e quella dei degli esterni di centrocampo, in modo da essere un riferimento d’appoggio ai difensori, per i quali anche se con spazi limitati devono essere sempre disponibili nello spazio luce; la punta centrale a conquistare spazio e profondità.

Si hanno così varie possibilità di principio di gioco con sette giocatori nella nostra metà campo pronti a proporsi in ampiezza e profondità (vedi fig. 21).
Nel caso in cui vi sia un avanzamento degli avversari tale da creare una densità che non permette un principio di gioco, possiamo come soluzione alternativa cercare un rilancio lungo, dove troveremo tre attaccanti che sfruttano la profondità, coadiuvati dagli esterni di centrocampo in ampiezza, e con i due mediani interni in avanzamento pronti a sostenere; i difensori devono salire per tenere la squadra corta.


Costruzione e conclusione

Soluzioni individuali in fase di costruzione del 3-4-3
Le soluzioni che seguiranno sono solo alcune alternative che ogni singolo calciatore ha a disposizione in base al ruolo che ricopre, e possono anche variare a seconda delle caratteristiche degli stessi. In fase di costruzione si escludono i tre attaccanti per poi sfruttare i loro movimenti nella fase di conclusione che analizzeremo più avanti.
Difensore centrale
Si appoggia sul terzino attraverso passaggio laterale, o sul centrocampista centrale tramite passaggio obliquo. Se vi è la possibilità verticalizza sul centravanti, o sull’attaccante esterno.
Terzino
Ha il difensore centrale come riferimento per l’appoggio, inoltre se la situazione tattica lo consente può verticalizzare sull’ala, ed ha sempre il sostegno in appoggio del centrocampista interno ed esterno.
Centrocampista esterno
Ha come ottima soluzione la verticalizzazione sul centravanti, l’appoggio del centrocampista interno e lo scarico verso il difensore.
Centrocampista interno
Esso è l’anima della squadra anche per la posizione che occupa, ha varie soluzioni a disposizione, quindi può muoversi e scegliere a 360°.

Soluzioni collettive in fase di costruzione del 3-4-3
Lo scopo della costruzione è quello di mettere in condizione uno dei quattro centrocampisti o uno dei tre attaccanti in condizione di rifinire l’azione per la conclusione. La fase di costruzione può essere attuata attraverso lancio lungo, passaggio diagonale, e passaggio verticale con successivo scarico. Successivamente vedremo attraverso alcuni esempi come é possibile sfruttare le varie soluzioni di costruzione con il sistema 3-4-3 (vedi fig. 22, 23 e 24).


Soluzioni individuali in fase di rifinitura del 3-4-3
Come in precedenza abbiamo detto per la costruzione, a maggior ragione nella fase conclusiva lasciamo che si seguano certe indicazioni didattiche, senza dimenticare però che ciò che si propone ai propri calciatori non reprima il loro estro e la loro fantasia.
Centrocampista interno
Deve saper servire palloni in profondità per gli attaccanti.
Centrocampista esterno
Deve essere abile nel saper smarcarsi cercando l’ampiezza e la sovrapposizione con l’ala d’attacco, per poi proporsi al cross, può anche cercare la profondità degli attaccanti.
Ala d’attacco
Deve saper dosare il passaggio di rifinitura per il centravanti o l’ala opposta nel taglio, e per il centrocampista esterno quando c’è la sovrapposizione.
Centravanti
Deve essere abile nel creare spazi attraverso il movimento, deve saper fare da sponda per gli inserimenti dei compagni, in particolare delle ali.


Soluzioni collettive in fase di rifinitura del 3-4-3
La rifinitura è una fase importantissima, in quanto se ben effettuata agevola notevolmente la conclusione a rete. E’ quindi importante tener conto del tempo e dello spazio sia per chi effettua il suggerimento, sia per chi cerca lo smarcamento in ampiezza o in profondità. A seguire proporrò alcune soluzioni attraverso taglio, sponda, combinazione, sovrapposizione e cross (vedi fig. 25, 26, 27, 28 e 29).


Soluzioni in fase di conclusione del 3-4-3
Centrocampista centrale
Solitamente arriva alla conclusione con tiro da fuori, e talvolta con degli inserimenti senza palla sfruttando sia la sponda che il passaggio filtrante.
Centrocampista esterno
Va al tiro da fuori raramente ma spesso è in area per chiudere il cross.
Ala d’attacco
Deve saper sfruttare i tagli le sponde i cross le combinazioni il tiro da fuori ed il dribling (vedi fig. 25, 26, 27, 28 e 29).
Centravanti
Di solito sfrutta i cross e i passaggi filtranti deve sfruttare le palle vaganti, tirare da fuori e cercare il dribbling.


Contrapposizioni 3-4-3 contro 4-4-2
Analisi di contrapposizione di un modulo 3-4-3 opposto ad un 4-4-2 con alcune situazioni tattiche che scaturiscono; ricordiamo comunque che questi discorsi valgono come preparazione teorica, in quanto, come si sa,comanda sempre la posizione e la situazione della palla, per cui riesce a prevalere chi "ruba" il tempo e lo spazio all’avversario.
La situazione tattica che scaturisce da questa contrapposizione è piuttosto equilibrata.

A centrocampo c’è parità numerica mentre in difesa in entrambe le compagini vi é superiorità numerica rispetto ai reparti d’attacco. E’ importante però osservare lo scaglionamento dei nostri attaccanti per fare una completa analisi. Se si gioca con i tre attaccanti stretti gli avversari godono di superiorità numerica laterale (difensore e centrocampista esterno avversari contro nostro centrocampista esterno), mentre noi possiamo approfittare della superiorità nella zona centrale in attacco (vedi fig. 30).


Le scalate per creare superiorità numerica
Per creare superiorità numerica nella zona di centrocampo è necessario che gli attaccanti laterali ripieghino ad aiutare attraverso determinati movimenti. Questi possono abbassarsi all’altezza dei mediani, oppure allargarsi per creare raddoppi lateralmente e creare una situazione favorevole per l’assorbimento del terzino. Importante è il tenere in considerazione le caratteristiche dei propri attaccanti e degli avversari nonchè la particolare situazione della gara per poter fare la giusta scelta.
In zona difensiva abbiamo un 3>2, cosa che permette di essere attenti nella marcatura delle punte e consente ai centrocampisti di raddoppiare all’indietro abbassandosi per poter duellare con la punta in possesso palla.

Pressing alto
Per effettuare un pressing alto è necessario che vi sia partecipazione delle punte ed eventuale scalata in avanti dei difensori laterali.
Nel disegno si può vedere come il centrocampista esterno vada a prendere il terzino avversario nella sua zona con conseguente scalata in avanti del nostro difensore esterno verso l’esterno di centrocampo avversario, e con la punta che si allarga per il raddoppio (vedi fig. 31).


Punti importanti
Quando si affronta il 4-4-2 è importantissimo vanificare la superiorità numerica nei nostri confronti sulle fasce con una corretta applicazione nei giusti tempi delle scalate. Se tale problema è risolto con la giusta applicazione avremo sicuramente una gara con buone prospettive. Queste prospettive potranno realizzarsi positivamente se altri fattori anch’essi determinanti hanno un esito positivo e cioé che i duelli di centrocampo siano vinti o che i tre difensori facciano fruttare la loro superiorità nei confronti delle punte.
Nel caso in cui tutto ciò non è applicabile è utile rivedere e correggere applicando il principio dell’elasticità cambiando qualcosa.
Come ipotesi estrema si può rimediare alla difficoltà in particolare sulle fasce con una modifica del sistema di gioco.
Il 5-4-1 può essere la logica conseguenza: allargando gli attaccanti esterni sulla linea di centrocampo con conseguente abbassamento dei centrocampisti esterni sulla linea di difesa.