Infortuni nel calcio: lesioni muscolari.
Le lesioni muscolari sono quelle più comuni che accadono negli sport e
sono quelle, che molto spesso, tengono l’atleta per molto tempo lontano
dal campo.
Le lesioni muscolari possono essere causate da contusioni, stiramenti o strappi muscolari; di questi, lo strappo è quello meno frequente, in quanto la maggior parte delle lesioni (circa il 90%) sono contusioni o stiramenti, e i muscoli più colpiti sono generalmente quelli biarticolari, in particolare il retto femorale, gli ischiocrurali ed il gastrocnemio.
Le contusioni sono più comuni negli sport da contatto, dove il muscolo, in seguito ad un colpo, è sottoposto ad una grande forza di compressione; gli stiramenti invece avvengono più frequentemente in sport dove si fanno molti scatti e salti; in questo caso, il muscolo è sottoposto ad un forza di tensione che porta all’affaticamento delle miofibrille e successivamente ad una lesione nei pressi della giunzione miotendinea, che è la sede più frequente di lesione ed è caratterizzata da emorragia, edema ed infiammazione.
A seconda dell’infortunio e dalla sua gravità, dipendono sia la terapia farmacologia che riabilitativa dell’atleta, con il conseguente ritorno all’attività sportiva.
Ma da cosa dipende la gravità di una lesione muscolare?
Ci sono diversi parametri su cui si basa la gravità di una lesione e sono:
Si possono quindi avere due quadri clinici: quello dell’ematoma intermuscolare e quello intramuscolare.
Il primo è solitamente meno grave (grazie alla sua localizzazione) e presenta spesso una scarsa infiammazione e da una più facile evacuazione per gravità, mentre il secondo, data la sua localizzazione più profonda e di conseguenza di più difficile evacuazione, è più grave in quanto si ha un’importante reazione infiammatoria e formazione di tessuto cicatriziale che talvolta provoca anche dolore.
Quindi c’è differenza tra il processo di guarigione di un muscolo scheletrico e quello di un osso, poiché, mentre per quest’ultimo si parla di processo di rigenerazione dove il tessuto riparato è identico a quello originale, per quello di un muscolo si parla di un processo di riparazione, che segue un modello costante indipendentemente dal tipo di trauma.
Così possiamo distinguere 3 fasi:
E’ bene ora fare una classificazione delle lesioni muscolari e spiegare più dettagliatamente cosa sono.
Innanzitutto, un primo fattore da considerare, è se il trauma è di natura diretta o indiretta: nel primo caso, è implicata una forza direttamente dall’esterno, mentre se è di natura indiretta, sono coinvolte forze intrinseche che si sviluppano nell’ambito del muscolo stesso o dell’apparato locomotore.
Dobbiamo precisare che, nel caso dei traumi diretti, la contusione avviene particolarmente sulla massa carnosa del muscolo, mentre per i traumi indiretti, la forza lesiva coinvolge la giunzione muscolo-tendinea.
Le lesioni muscolari si dividono quindi in:
- Lesioni da trauma diretto
Come abbiamo già detto,queste lesioni sono di natura contusiva e, molto spesso, sono considerate patologie di importanza secondaria, destinate a guarire in tempi brevi.
Questo tipo di lesioni vengono classificate in 3 gradi a seconda della gravità, che è indicata indirettamente dall’arco di movimento. Per cui avremo:
- Lesioni da trauma indiretto
Per quanto riguarda questi traumi c’è molta confusione nella classificazione, soprattutto per i diversi termini utilizzati. Quindi utilizzeremo quella fatta da Nanni nel 2000, che distingue i traumi muscolari indiretti in 5 tipi:
Ma cosa significano i seguenti termini?
Contrattura
La contrattura è una lesione che presenta dolore muscolare che si manifesta quasi sempre a distanza dall’attività sportiva, di solito dopo qualche ora.
E’ dovuta ad un’alterazione del tono muscolare in seguito ad un affaticamento muscolare, senza la presenza di lesioni anatomiche.
Stiramento
Si manifesta con un episodio di dolore acuto, durante l’attività sportiva, il quale il più delle volte è sempre ben localizzato e per questo l’atleta è costretto a sospendere l’attività fisica.
Visto che dal punto di vista anatomico-patologico non sono presenti lacerazioni macroscopiche delle fibre, il disturbo può essere causato da un’alterazione delle miofibrille o da lesioni sub microscopiche a livello del sarcomero.
Sul piano clinico si ha un ipertono del muscolo con dolore.
Strappo
Si manifesta con dolore acuto durante l’attività sportiva ed è dovuto alla lacerazione di un numero variabile di fibre muscolari.
Lo strappo è accompagnato da uno stravaso ematico che varia a seconda dell’entità e della localizzazione della lesione. In base alla quantità di tessuto lacerato, si distinguono tre gradi di strappi:
Le lesioni muscolari possono essere causate da contusioni, stiramenti o strappi muscolari; di questi, lo strappo è quello meno frequente, in quanto la maggior parte delle lesioni (circa il 90%) sono contusioni o stiramenti, e i muscoli più colpiti sono generalmente quelli biarticolari, in particolare il retto femorale, gli ischiocrurali ed il gastrocnemio.
Le contusioni sono più comuni negli sport da contatto, dove il muscolo, in seguito ad un colpo, è sottoposto ad una grande forza di compressione; gli stiramenti invece avvengono più frequentemente in sport dove si fanno molti scatti e salti; in questo caso, il muscolo è sottoposto ad un forza di tensione che porta all’affaticamento delle miofibrille e successivamente ad una lesione nei pressi della giunzione miotendinea, che è la sede più frequente di lesione ed è caratterizzata da emorragia, edema ed infiammazione.
A seconda dell’infortunio e dalla sua gravità, dipendono sia la terapia farmacologia che riabilitativa dell’atleta, con il conseguente ritorno all’attività sportiva.
Ma da cosa dipende la gravità di una lesione muscolare?
Ci sono diversi parametri su cui si basa la gravità di una lesione e sono:
- numero di fibre coinvolte
- quantità di tessuto connettivale coinvolto
- entità dello stravaso ematico
- sede dello stravaso
- diastasi tra le fibre muscolari
- entità della lesione neurologica associata
Si possono quindi avere due quadri clinici: quello dell’ematoma intermuscolare e quello intramuscolare.
Il primo è solitamente meno grave (grazie alla sua localizzazione) e presenta spesso una scarsa infiammazione e da una più facile evacuazione per gravità, mentre il secondo, data la sua localizzazione più profonda e di conseguenza di più difficile evacuazione, è più grave in quanto si ha un’importante reazione infiammatoria e formazione di tessuto cicatriziale che talvolta provoca anche dolore.
Quindi c’è differenza tra il processo di guarigione di un muscolo scheletrico e quello di un osso, poiché, mentre per quest’ultimo si parla di processo di rigenerazione dove il tessuto riparato è identico a quello originale, per quello di un muscolo si parla di un processo di riparazione, che segue un modello costante indipendentemente dal tipo di trauma.
Così possiamo distinguere 3 fasi:
- Fase infiammatoria: si ha la rottura e la necrosi delle miofibrille, la formazione di un ematoma e la reazione infiammatoria cellulare (primi 3 giorni)
- Fase di rigenerazione: si ha la fagocitosi del tessuto necrotizzato, la rigenerazione delle miofibrille e la produzione di una cicatrice di tessuto connettivo (dal 3° al 14° giorno)
- Fase di rimodellamento: in questo periodo abbiamo la maturazione delle miofibrille rigenerate, la riorganizzazione del tessuto cicatriziale e il ripristino delle capacità funzionali del muscolo (dopo 2 settimane)
E’ bene ora fare una classificazione delle lesioni muscolari e spiegare più dettagliatamente cosa sono.
Innanzitutto, un primo fattore da considerare, è se il trauma è di natura diretta o indiretta: nel primo caso, è implicata una forza direttamente dall’esterno, mentre se è di natura indiretta, sono coinvolte forze intrinseche che si sviluppano nell’ambito del muscolo stesso o dell’apparato locomotore.
Dobbiamo precisare che, nel caso dei traumi diretti, la contusione avviene particolarmente sulla massa carnosa del muscolo, mentre per i traumi indiretti, la forza lesiva coinvolge la giunzione muscolo-tendinea.
Le lesioni muscolari si dividono quindi in:
- Lesioni da trauma diretto
Come abbiamo già detto,queste lesioni sono di natura contusiva e, molto spesso, sono considerate patologie di importanza secondaria, destinate a guarire in tempi brevi.
Questo tipo di lesioni vengono classificate in 3 gradi a seconda della gravità, che è indicata indirettamente dall’arco di movimento. Per cui avremo:
- Grado lieve: consentita oltre la metà dello spettro di movimento
- Grado moderato: concessa meno della metà, ma più di 1/3 dello spettro di movimento
- Grado Severo: permesso uno spettro di movimento inferiore ad 1/3.
- Lesioni da trauma indiretto
Per quanto riguarda questi traumi c’è molta confusione nella classificazione, soprattutto per i diversi termini utilizzati. Quindi utilizzeremo quella fatta da Nanni nel 2000, che distingue i traumi muscolari indiretti in 5 tipi:
- contrattura
- stiramento
- strappo di primo grado
- strappo di secondo grado
- strappo di terzo grado
Ma cosa significano i seguenti termini?
Contrattura
La contrattura è una lesione che presenta dolore muscolare che si manifesta quasi sempre a distanza dall’attività sportiva, di solito dopo qualche ora.
E’ dovuta ad un’alterazione del tono muscolare in seguito ad un affaticamento muscolare, senza la presenza di lesioni anatomiche.
Stiramento
Si manifesta con un episodio di dolore acuto, durante l’attività sportiva, il quale il più delle volte è sempre ben localizzato e per questo l’atleta è costretto a sospendere l’attività fisica.
Visto che dal punto di vista anatomico-patologico non sono presenti lacerazioni macroscopiche delle fibre, il disturbo può essere causato da un’alterazione delle miofibrille o da lesioni sub microscopiche a livello del sarcomero.
Sul piano clinico si ha un ipertono del muscolo con dolore.
Strappo
Si manifesta con dolore acuto durante l’attività sportiva ed è dovuto alla lacerazione di un numero variabile di fibre muscolari.
Lo strappo è accompagnato da uno stravaso ematico che varia a seconda dell’entità e della localizzazione della lesione. In base alla quantità di tessuto lacerato, si distinguono tre gradi di strappi:
- 1° grado: lacerazione di poche miofibrille all’interno di un fascio muscolare
- 2° grado: lacerazione di uno o più fasci muscolari che coinvolge meno dei ¾ della superficie del muscolo
- 3° grado: rottura muscolare che coinvolge più dei 3/4 della superficie del muscolo e che può essere distinta in parziale (lacerazione imponente) o totale(lacerazione dell’intero ventre muscolare)